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Parma

Inverno...freddo e infortunio?

Chi pratica lo sport con una certa frequenza, impiegando tempo, risorse economiche ed energie, sa che ogni goccia di sudore che scorre dalla fronte è il risultato di estrema gioia ed estrema fatica. Due opposti che fanno parte della stessa sfera. Quando troviamo l'armonia fisico/sportiva, quello stato di equilibrio positivo che è il frutto della“fatica” e della “gioia”, raggiungiamo una completezza che è difficilmente spiegabile.
C'è. E basta. Stiamo andando forte!
L'esperienza sportiva, però, ci insegna che tutto prosegue ad onde. Mare mosso dolcemente, burrascoso, tempestoso... o... tsunami. Noi, come sportivi, dobbiamo affrontare un oceano vasto e profondo.
La consapevolezza del nostro corpo, del nostro 'io', può aiutarci a navigare con più serenità.

Uisp e Dintorni vuole proporre la materia prima per costruire le nostre zattere sportive... assi di legno, chiodi, e tutto ciò che serve. E se pensate che con una zattera non andate da nessuno parte, vi ricordo le imprese di Thor Heyerdahl, esploratore norvegese e la sua zattera, il Kon-Tiki.


Iniziamo, dunque da oggi 17 Novembre 2012 con un'intervista a Cecilia Rota.
E le facciamo qualche domanda ...

L'infortunio & il freddo


Cecilia Rota


Cecilia Rota vive e lavora a Parma, dal 2001 svolge la professione di preparatore atletico. Parallelamente a ciò, da anni si occupa di recupero funzionale e riatletizzazione di sportivi che devono tornare in campo dopo un infortunio.
 
Uisp e Dintorni: Quali sono gli infortuni e traumi più comuni a cui le persone che praticano lo sport ad un livello medio/intenso amatoriale possono andare incontro nei mesi autunnali e invernali?

Cecilia Rota: Nei mesi freddi sicuramente si osserva un aumento degli infortuni muscolari da allungamento o stiramento. Il freddo, infatti, determina una vasocostrizione che riduce l’afflusso di sangue e di sostanze energetiche fondamentali per la contrazione muscolare con conseguente riduzione dell’elasticità delle fibre muscolari e precoce insorgenza della fatica.
La fatica rappresenta sicuramente un’altra delle cause favorenti le lesioni muscolari perché determina una minore resistenza delle unità contrattili del muscolo e, quindi, anche movimenti non particolarmente ampi o bruschi possono risultare pericolosi per l’atleta. Inoltre, negli sport praticati “outdoor” anche le condizioni del terreno (fango, ghiaccio…) possono favorire movimenti poco coordinati che predispongono ulteriormente alle lesioni muscolari.

Uisp e Dintorni: Ci sono dei accorgimenti che i sportivi possono fare per prevenire se non addirittura evitare questi tipi di infortuni legati ai mesi invernali?


Cecilia Rota: Sicuramente bisogna in questi mesi prestare ancora più attenzione alle fasi di riscaldamento prima dell’allenamento e della gara. Sappiamo, infatti, quanto il riscaldamento sia importante per portare il muscolo alla temperatura ideale alla quale si ottimizzano le sue capacità contrattili: diminuisce la viscosità dei tessuti, migliora l’elasticità dei tendini, aumenta la velocità di conduzione nervosa e si modifica positivamente l’attività enzimatica. Quindi, nei mesi più freddi dove la temperatura corporea tende a scendere bisogna dedicare più tempo ad un riscaldamento adeguato e specifico a seconda dello sport praticato. Per quanto riguarda lo stretching è bene evitare un allungamento di tipo statico “classico”, orientandosi verso lo esercizi di stretching “dinamico”, che predispongono il muscolo ad uno stato migliore di performance.
La quantità, l’intensità e la durata del riscaldamento è molto soggettiva (di solito una persona allenata necessita di più tempo per riscaldarsi), generalmente è bene che duri dai 12 ai 25 minuti.
Anche la scelta di un abbigliamento adeguato ci aiuta a mantenere costante la temperatura corporea. Negli ultimi anni sono molto di moda tra gli sportivi capi che combinano calore e traspirabilità, un buon prodotto risulta essere un alleato importante anche per lo sportivo amatoriale. La sudorazione si manifesta, infatti, anche durante l’esercizio fisico a basse temperature e bisogna evitare l’accumulo di vapore acqueo tra la superficie corporea ed i vestiti, per cui è bene evitare di indossare indumenti pesanti e optare, invece, per più strati di indumenti leggeri con buone proprietà isolanti e contemporaneamente traspirabili. Se il nostro sport ce lo permette, è utile anche coprirsi il capo, infatti nostro organismo disperde il 30-40% di calore proprio dalla testa, a causa della sua grande vascolarizzazione; proteggere le estremità (mani e piedi) perché essendo meno irrorate si raffreddano per prime.

Uisp e Dintorni: Come si possono classificare gli infortuni muscolari?

In base alla gravità, le lesioni muscolari (indirette o endogene) più comuni si distinguono in:

- Contrattura
- Stiramento
- Strappo


Nel primo caso non si verificano lacerazioni delle fibre, il dolore compare dopo alcune ore o, addirittura, il giorno dopo e si presenta diffuso a tutto il muscolo. Il dolore tende a scomparire spontaneamente in alcuni giorni di riposo, ma una ripresa dell’attività troppo precoce può predisporre a lesioni più gravi.
Nello stiramento si ha un’elongazione della fibra muscolare senza una lesione vera e propria. A differenza della contrattura il dolore acuto compare improvvisamente durante l’attività fisica per effetto di un movimento brusco; spesso scompare a riposo, ma è presente durante l’esecuzione del movimento contro resistenza; la durata del dolore è di solito variabile, la ripresa dell’attività sportiva deve però essere graduale e non si completa prima di 10-15 giorni.
Lo strappo muscolare è caratterizzato da una discontinuità delle fibre muscolari, provoca un dolore istantaneo, improvviso con immediata limitazione del movimento. In questi casi è sicuramente consigliata un’ecografia per valutare l’entità del danno. Il dolore a riposo può scomparire anche dopo 4-5 giorni, ma può persistere anche per 10-15 giorni contro movimento.
In linea generale, nella prima fase (i primi 5 giorni) si utilizzano sempre: riposo, ghiaccio, compressione ed arto elevato.
Una diagnosi corretta è fondamentale per stabilire un adeguato protocollo di recupero.

Uisp e Dintorni: Oltre ad un programma corretto di cure fisiche, quanto influisce il recupero del movimento e del gesto tecnico per il recupero completo dall'infortunio?

Cecila Rota: Il trattamento delle lesioni muscolari è molto importante non solo per la guarigione del muscolo e la scomparsa del dolore, ma soprattutto per il recupero della forza e dell’estensibilità del muscolo per evitare spiacevoli recidive. Per questo oltre alle cure “strumentali”, che in alcuni casi possono accelerare il recupero diventa estremamente importante un protocollo di recupero funzionale seguito da uno specialista, evitando il “fai da te”.
E’ stato dimostrato che un periodo relativamente breve (meno di 1 settimana) di immobilizzazione è utile per limitare la formazione di tessuto connettivo cicatriziale, quindi la mobilizzazione precoce è importante, ma deve essere progressiva e controllata. Per il ritorno all’attività possono essere necessari da molti giorni a settimane, a seconda della gravità della lesione e del livello delle attività previste.

Cecila Rota preparatore fisico - personal trainer